venerdì 16 marzo 2012

Romney vincerà, anche continuando a perdere

Lo staff di Mitt Romney è sicuro: sarà lui ad aggiudicarsi le primarie repubblicane. Una certezza che il terzo posto in cui il miliardario mormone è stato relegato in due importanti stati del Sud non ha minimanente scalfito. Non conta se Rick Santorum continua a ripetere che le sconfitte in Alabama e Mississippi dimostrano che Romney non è l'uomo giusto, o se Newt Gingrich non vuole mollare la corsa, quello che davvero importa è la conta dei delegati, che continua a essere favorevole a Romney.


Santorum avrà anche vinto, e si sta godendo il suo momentum, ma il suo trionfo è stato più d'immagine che di sostanza, visto che molti dei delegati in palio erano distribuiti con il metodo proporzionale, e questo ha dato modo a Romney di continuare a racimolarne e avvicinarsi un po' di più alla meta: 1.144. E così riuscire a vincere anche perdendo, continuando ad accumulare delegati che alla fine mostreranno una sola verità: ne ha più lui dei suoi avversari.

Rich Beeson, uno dei consiglieri di Romney, la spiega così: "Nonostante le sue vittorie, il vero fatto è che le chance di Santorum di vincere le primarie non sono aumentate. I risultati di martedì hanno allargato il divario tra i delegati in mano a Romney e quelli in mano agli altri. I suoi avversari si stanno semplicemente avvicinando al giorno della loro matematica eliminazione".

Alcune perplessità però rimangono: vincere in questo modo - soprattutto in una politica elettorale come quella americana, molto basata sull'emotività - rischia di compromettere lo scontro con Obama, mostrando un Romney incapace di coalizzare i repubblicani attorno a sé e vincente, sempre che alla fine riuscirà, per esclusione, non per convinzione. Non il massimo per affrontare un presidente il cui gradimento sta cominciando a risalire.

Ma sono questioni che non preoccupano Romney, che intervistato da Fox News dice: "Magari i 'molto conservatori' non sono dalla mia parte adesso, ma lo saranno quando dovrò affrontare Barack Obama". Un ragionamento che ci sta, nell'ottica iper-razionale di Romney, ma che non tiene conto dell'importanza di suscitare entusiasmo attorno alla propria figura. Punto di forza di Obama e punto debole del mormone.

Nessun commento:

Posta un commento