martedì 10 aprile 2012

Perché Santorum non si ritira dalle primarie

Ehi, se siete capitati su quest'articolo, visti gli ultimi sviluppi, forse è il caso di leggere quest'altro pezzo

John McCain l'ha liquidato con una parola: "Irrilevante". Ma Rick Santorum non dà segno di voler abbandonare la corsa alle primarie repubblicane, nonostante le sue chance siano ormai ridotte a zero. Per quale ragione il candidato italo-americano continua la campagna elettorale, anche se da tutte le parti gli arrivano richieste sempre più pressanti di lasciare campo libero a Romney, in modo che il front-runner possa concentrare tutto il suo impegno, e risorse, sull'obiettivo Obama?


Santorum è il candidato del movimento conservatore, un candidato quindi dalla forte connotazione politica, con una schiera di seguaci disposti a votarlo e a seguirlo contro ogni logica. E' la sua principale differenza da Romney, che al contrario è un candidato che non esalta gli elettori, non li riunisce sotto una bandiera di valori e princìpi, non è un candidato per idealisti, ma che fa della razionalità la sua forza. Chi vota Romney ritiene che sia l'economia il tema più importante. Chi vota per Santorum pensa che la questione più importante, crisi o non crisi, siano i valori morali. In primis aborto & co.

Per queste ragioni Santorum non vuole cedere: sa che il nocciolo duro che lo sostiene non lo mollerà, sa che la sua è una battaglia ideologica, e in quanto tale poco importano le pochissime chance di ottenere le nomination. Lui è il candidato che ha portato i temi dei conservatori nell'arena nazionale, conquistandosi un ruolo che adesso nessuno gli può togliere: quello di esponente di punta del movimento social-conservatore americano. Per uno che fino a pochi mesi fa era un quasi-sconosciuto, il risultato è importante. Tanto vale approfittare della visibilità mediatica che le primarie gli offrono fino alla fine. Almeno fino a che non arriverà il giorno del giudizio, il 24 aprile nelle primarie in Pennsylvania, o preferibilmente (per lui) ancora più avanti, a maggio, in Texas.

Ma c'è di più, Santorum si paragona spesso a Ronald Reagan, e spera di ripercorrerne le tracce. Come ha spiegato lui stesso dopo le primarie in Wisconsin: "Nel '76 tutti volevano che Reagan abbandonasse la corsa contro Gerald Ford. Gli dicevano 'Lascia perdere, ci serve un moderato'. E cos'è successo? Il partito ha nominato Ford e ha perso. Reagan ha raccolto i cocci del partito esclamando 'Ve l'avevo detto'. E quattro anni si è preso la nomination e la presidenza".

Ecco qua, è questo il piano di Santorum. Sa benissimo che perderà, ma vuole restare in corsa il più possibile per definire al meglio la sua immagine. E se Romney perderà contro Obama lui potrà esclamare: "Ve l'avevo detto. Non è un moderato quello di cui i repubblicani hanno bisogno". Nel 2016, quando e se Obama avrà completato il secondo mandato e probabilmente gli elettori daranno il via alla logica del ricambio, lui sarà lì, pronto a sfruttare la notorietà conquistata a spese di Romney.

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